Questa mattina in Commissione Consiliare, l’Assessore alla Sicurezza Garassino ha illustrato la proposta di modifica al Regolamento di Polizia Municipale del Comune di Genova, che consentiranno tra l’altro di comminare una multa di 200,00 Euro e intimare l’allontanamento (c.d. Daspo urbano) a chi sarà colto rovistare nei cassonetti della spazzatura nelle sole zone del Centro Storico e del centro città.
Ho assistito con disagio alla discussione, sollevando questi interrogativi.
Che deterrenza può avere la paura di una multa per chi è costretto a umiliarsi rovistando nella spazzatura?
L’idea di allontanare i poveri dal centro è coerente con l’immagine di Genova in cui i chilometri di tappeti rossi e il numero di fuochi d’artificio è direttamente proporzionale alle aziende che chiudono e ai posti di lavoro che vanno in fumo, ma ha davvero senso con queste norme favorire lo spostamento del disagio in periferia?
La discussione avviene nella colpevole assenza dell’assessore al welfare Francesca Fassio, la cui presenza non è stata neppure prevista. Come se il disagio e la povertà fossero per questa amministrazione solo un problema di sicurezza e di decoro, e non un problema sociale che il Comune insieme alle altre Istituzioni deve essere impegnato a fronteggiare. Quale è la priorità? Combattere i poveri o la povertà?
Questa illuminata riforma dovrà essere discussa e approvata nei prossimi giorni dal Consiglio Comunale, nella stessa aula in cui lo scorso dicembre il centrodestra ha voluto apporre alla parete il Crocifisso.
Copriamolo, quando Bucci e Garassino ci chiederanno di votare questa norma, non facciamogli assistere anche a questo.
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