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A PRE’ VA IN SCENA IL DIRADAMENTO DI IDEE

A sorpresa, lunedì scorso la Giunta Comunale ha presentato nella suggestiva cornice dei Truogoli di Santa Brigida i progetti di riqualificazione del Centro Storico, ed in particolare del Sestiere di Prè.

Il progetto si intitola “PRE_VISIONI”.
Dietro al titolo evocativo: il nulla.

Nessun finanziamento, e nessuna progettualità concreta, ma solo una serie di suggestioni che andrebbero benissimo ad una lezione di studenti di Architettura ma che sembrano “buttati lì” senza costrutto, se sono presentati alla stampa da mezza giunta comunale.

Nella brochure consegnata nell’occasione, si leggono le analisi dei punti di forza della zona di Prè (zona ben servita dai mezzi pubblici, zona totalmente pedonale, buona capillarità delle vie di comunicazione….) e dei punti di debolezza (quartiere isolato dai flussi veicolari, presenza di vicoli stretti e scarsamente illuminati, area percepita come pericolosa).

E poi l’invito agli studenti di architettura a sviluppare progetti, i migliori dei quali saranno realizzati da finanziamenti di sponsor privati. Quali? “Li troveremo, ci stiamo lavorando” risponde l’Assessore Vinacci.

Ma al di là dei denari, qual è la filosofia del percorso progettuale? Nel Centro Storico ci sono pochi spazi verdi. Bisogna diradare.

Diradare. Senza preoccuparsi troppo del fatto che il centro storico è un patrimonio culturale con molti edifici tutelati e patrimonio UNESCO, che gli edifici Prè hanno quasi tutti origine medievale, e che per la maggior parte sono di proprietà privata. Ma al momento, i proprietari non sono un problema, perché il progetto di diradamento ovviamente non ha ancora individuato cosa demolire. Si è sentito parlare di rifiorire di attività commerciali e di nuove residenze universitarie.

Ma molto in quel senso è già stato fatto nel passato, osa domandare una giornalista. La risposta lascia intendere il livello di approfondimento: “Stiamo verificando”.
Ho impressione che i problemi di Pre siano più di natura sociale che architettonica, e continuo a diffidare nell’opera salvifica del “Piccone risanatore” soprattutto se finanziato da sponsor privati.

L’immancabile paragone al Centro Storico di Barcellona fa capire che siamo sempre lì.
Le parole in libertà dei molti saggi dell’Assessore Cenci non salveranno Prè da una realtà difficile, fatta nel passato di diverse iniezioni di denari pubblici (incubatore di imprese, edilizia universitaria, risanamento dei truogoli, rilancio di Palazzo Reale, apertura della Biblioteca Universitaria) che non sono stati sufficienti ad acquisirne una vera riqualificazione.

Spenti i riflettori della conferenza stampa, sarebbe interessante discutere di questo. Magari confrontandosi con gli abitanti, i commercianti, i consiglieri di municipio, le associazioni e i comitati, i tanti che vivono e lavorano quotidianamente a Prè.
E che sarebbero lieti di dare il loro contributo. Ad un progetto concreto. Non ad una passerella sul diradamento… delle idee.

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