I VOTI DEI NOSTALGICI DI SALO' NON VALGONO LA STORIA DELLA CITTA' DI GENOVA
Ci risiamo. Ieri al Cimitero di Staglieno, il Comune di Genova ha commemorato ufficialmente i caduti della Repubblica Sociale Italiana.
C’era il consigliere di Fratelli d’Italia Antonino Gambino delegato dal Sindaco Bucci, con tanto di fascia tricolore, il consigliere regionale Angelo Vaccarezza, e una serie di militanti di Lealtà e Azione, con gli immancabili anfibi e le bandiere nere.
Trovo già singolare che una manifestazione di estrema destra, con gli stessi che organizzano raduni con saluto romano e concerti nazi rock e che hanno tatuaggi con i due fulmini delle SS, sia capeggiata da un consigliere comunale in fascia tricolore delegato dal Sindaco.
Non si discute della pietà per i defunti. Ognuno è libero – e ci mancherebbe – di portare un fiore sulla tomba di chi gli pare. In discussione c’è la memoria collettiva. Le Istituzioni repubblicane non possono permettersi di confonderla. Anche dopo 70 anni. Soprattutto dopo 70 anni.
Gambino, che da uomo intelligente certamente non lo sottovaluta, cerca di aggirare il problema: “A 73 anni di distanza, lasciamoci alle spalle gli odi della guerra civile e rispettiamo tutti i caduti per una propria idea di Patria.”
Ecco, l’idea di Patria dei ragazzi di Salò era purtroppo quella dei rastrellamenti degli ebrei, delle fucilazioni agli oppositori politici, delle torture alla Casa dello Studente. Sarebbe bene che fossimo tutti d’accordo su un'altra idea di Patria.
Mi auguro lo sia anche il Sindaco Marco Bucci, sempre infastidito quando si parla di memoria e di valori. Gambino l’ha delegato lui. Ora chiarisca ai genovesi se i voti dei nostalgici di Salò valgono di più della storia antifascista della nostra città.
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