LE PAROLE DEL SINDACO
Il video e la trascrizione dell'intervento del Sindaco nella discussione sull'omaggio ai caduti di Salò in apertura del Consiglio Comunale dell'8 maggio 2018.
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Vediamo se riusciamo a dare una dimostrazione alla città che siamo in grado di fare una discussione come si deve. Alla fine ne usciamo tutti vincitori se dimostriamo questo.
Mi scuserete se cerco di leggere. In genere non lo faccio. Ho scritto anche grosso così non ho bisogno degli occhiali. Così almeno vediamo di dire delle cose un po’ precise.
Allora, userò un po’ il noi e un po’ io, anche perché certe cose io non sono capace a dirle se non dico io. Quando dico io vuol dire noi, quando dico noi vuol dire io.
Noi crediamo nei valori della Costituzione, nella libertà, nella libertà ottenuta alla fine della guerra, e all’eroismo di tutti coloro che vi hanno partecipato, e sono stati tanti, tantissimi, anche persone che erano civili, ovviamente.
Noi siamo orgogliosi di vivere e di essere cittadini di una Città come Genova, che è stata decorata Medaglia d’oro al Valor Militare, e per favore e per rispetto della storia chiamatela così perché è quello che è scritto nei documenti ufficiali che sono depositati nell’ufficio del Sindaco, e qui ne avete una copia per chi la volesse vedere e leggerla.
Questo non vuol dire che la Resistenza non ha fatto il suo lavoro, io sono assolutamente convinto che dobbiamo dire tutti grazie alla Resistenza, però dobbiamo essere onesti, e dire le cose come stanno.
Non abbiamo alcuna intenzione di abdicare o di rinnegare questi valori. Li sottoscrivo – e adesso dico io – io stesso personalmente, come ho detto anche in passato.
Io stesso ho partecipato a numerosissimi eventi che lo dimostrano, e non ultimo il 25 aprile, dove mi hanno riferito che nel recente passato mai un Sindaco avesse partecipato a tutti gli eventi della mattinata a cominciare dalle 8.00 di mattina, e io l’ho fatto. Penso che tutti quanti se ne siano accorti. E questo vuol dire che per quanto riguarda la Resistenza e quello che è successo il 25 aprile siamo tutti assolutamente sostenitori.
Io mi rendo conto che l’utilizzo della fascia tricolore ha causato alcune proteste. Me ne rendo perfettamente conto. Ampiamente riprese dalla stampa. Siccome penso che tutti i simboli, e questi soprattutto simboli, siano importanti, e la fascia lo è, a me dispiace personalmente che qualcuno si sia offeso. Io chiedo scusa a quelli che si sono offesi e a chi si è sentito colpito, come chiederei scusa a qualunque cittadino, non importa per quale motivo, che si sentisse offeso dal comportamento dell’amministrazione comunale, perché noi siamo servi dei cittadini, servitori non servi, scusate. Siamo servitori dei cittadini e come tali vogliamo mantenere e continuare ad esserlo.
In futuro noi cercheremo di non offendere nessuno, in nessun modo. E per quanto riguarda la fascia, proporremo un regolamento preciso che sarà sottoposto all’approvazione di questo Consiglio Comunale, e ci atterremo scrupolosamente a questo regolamento.
I simboli sono importanti e noi cercheremo di dare ancora più importanza e solennità, perché io ci credo sul serio e tutti quanti noi ci crediamo, a fascia, gonfalone, patrocinio, e tutto quello che l’amministrazione deve fare.
Questo però non ha nulla a che vedere, nulla a che vedere, con il rispetto per i morti, con chi ha combattuto e sacrificato la vita, con chi ha contribuito a ridare la libertà a questa città. Sono due cose diverse.
Io sarò sempre affianco di chi rispetta i caduti, da qualunque parte siano, anche se forse il mio comportamento personale in quelle tremende circostanze sarebbe stato diverso, ma questo è il senno di poi. E la storia non si fa con i “se” e non si fa con i “ma”.
Un Sindaco deve stare con il dolore delle famiglie di tutti coloro che hanno pagato, che siano sul giusto e che siano sullo sbagliato, famiglie che forse non hanno nemmeno loro condiviso certe scelte, ma certamente hanno sofferto molto per una morte violenta.
Il Sindaco è il Sindaco di tutti. Questa frase io l’ho detta il primo giorno, anzi forse la prima notte, era la notte del 26 giugno e l’abbiamo detto che erano le 3.00 di mattina se non ricordo male. Ma quella frase “il Sindaco di tutti” qualcuno prima di me non l’aveva mai detta. Anzi aveva detto: non sarò il Sindaco di tutti. E io mi rifiuto di questo discorso. Io sono il Sindaco di tutti, e come tale vorrei che tutti si sentissero tutelati e protetti. Il Sindaco deve difendere le opinioni diverse, anche se non le condivide, anche se non le condivide.
Io non sono mai stato comunista, e vado in giro con le persone dell’ANPI che sono tutte rispettabilissime, e chiunque sia, per qualunque tipo di pensiero.
Il Sindaco deve essere contro la violenza, da qualunque parte essa arrivi, per la democrazia e la libertà. La nostra libertà finisce dove comincia quella degli altri. E questa è una frase che io ho imparato da piccolo e vorrei che fosse il motto di questa città per far vedere che questa città riesce veramente a fare cose grandi. La nostra libertà finisce dove comincia quella degli altri.
Forse la fascia tricolore era fuori luogo. Lo decideremo tutti assieme con il nuovo regolamento. Lo approveremo qui in Consiglio. Ma la fascia era lì per lenire il dolore delle famiglie, e la prova civile che volevo dire prima vale anche per queste cose.
A chi in questa stanza e in questa sala si è chiesto cosa avrebbe pensato il Comandante Bisagno, è stato scritto, io suggerisco di leggersi la storia e apprezzare il fatto che Bisagno addirittura ha salvato un plotone di militari della Monterosa, accompagnandoli personalmente a casa in Veneto, e il viaggio gli è costato la vita, direi in circostanze misteriose.
Al presidente Bisca, con cui mi onoro di avere un ottimo rapporto, ed è un rapporto che vorrei continuasse in ogni caso e che ringrazio, per la prima volta qui lo faccio pubblicamente, che ringrazio per una grandissima dimostrazione di leadership durante le celebrazioni del 25 aprile, a lui, al Presidente Bisca dico: caro Bisca, Don Abbondio no. Don Abbondio non avrebbe lottato per non aumentare la TARI, non avrebbe lavorato per le partecipate totalmente pubbliche, non avrebbe messo i bilanci a posto, non avrebbe organizzato Euroflora con tutte le sfide connesse su Euroflora. Questo non era Don Abbondio.
Qualcuno in questi giorni sulla stampa ha scritto: tertium non datur. Che vuol dire alludendo al fatto che bisogna necessariamente prendere una posizione in questa battaglia, che io personalmente francamente ritengo molto molto ideologica. Io rispondo in un altro modo, rispondo che esiste molto più di un tertium, esistono tante altre posizioni. Esiste la nostra posizione, la mia posizione come persona, che è la seguente: io sono qui perché devo unire e non dividere. Devo amministrare una città verso una visione della città del futuro che è quella che ci siamo impegnati a fare da dieci mesi a questa parte e continueremo a farlo per i prossimi quattro anni. Questo obiettivo viene prima di tutto, prima di tutto, priorità numero uno. E io sono disposto a sacrificare ideologia, sentimenti, e durezza di pensiero da tutte la parti esse provengano per unire sforzi e unire le componenti di tutta la città, tutte le componenti assieme per costruire la prima città del Mediterraneo.
Io di questo sono estremamente orgoglioso, e lo facciamo, lo facciamo tutti assieme, lo faremo per noi e per i nostri figli. E io so che tutti noi ci crediamo, cerchiamo di fare un passo avanti e sono sicuro che ce la faremo.
Io ringrazio tutti voi, tutti i consiglieri e tutti voi che siete sugli spalti. Sono contento che siate intervenuti e secondo me abbiamo dato una dimostrazione di civiltà.
Grazie a tutti.