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I MATTI SONO DIVENTATI CITTADINI

Ha compiuto da pochi giorni quarant’anni la legge 180 del 1978. La legge Basaglia che ha chiuso i manicomi e ha restituito diritti, cittadinanza e dignità alle persone colpite da malattia mentale.

Norberto Bobbio la definì “l’unica vera riforma compiuta in Italia”. Non aveva torto, se pensiamo alla rivoluzione di mettere al centro non più la pericolosità del malato di mente, e quindi la necessità della sua reclusione, ma la cura nel rispetto della libertà di ognuno.

Non è stato tutto così immediato, ci sono voluti anni perché i manicomi chiudessero davvero. E gli ultimi, gli ospedali psichiatrici giudiziari, sono spariti dal nostro Paese da poco più di un anno, grazie anche alla determinazione dei ministri della giustizia Orlando e della salute Lorenzin che non hanno concesso ulteriori proroghe.

Non è semplice né consueto discutere di malattia mentale nei luoghi della politica e delle Istituzioni. Eppure complice anche la serie di iniziative dedicate ai quarant’anni della Legge Basaglia, martedì scorso su proposta di tutti i capigruppo si è tenuto un Consiglio Comunale monotematico sul tema della malattia mentale.

Una discussione che è partita dalla scelta di civiltà di Franco Basaglia ma che ha acceso i riflettori sui compiti che può avere un grande Comune nella lotta alle dipendenze, nella prevenzione e nella cura del malessere, nella costruzione di un patto cittadino per la salute mentale.

Sotto questo aspetto il depotenziamento dei Consultori avviato dalla Regione non può che destare una seria preoccupazione.

C’è poi il tema vasto e ancora irrisolto del riutilizzo degli edifici che ospitavano i manicomi: a Genova il futuro degli edifici dell’ex Ospedale di Quarto attende ancora una parola definitiva.

Credo sia stato significativo aver dedicato un Consiglio Comunale alla cura della salute mentale nella nostra città. A patto che le Istituzioni non si limitino ad occuparsi del tema solo per soffiare sulle candeline della ricorrenza. Servono invece consapevolezza e impegno, progettualità e risorse perché l’eredità di Basaglia non vada dispersa.

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