E’ stato illustrato nella commissione consiliare odierna il piano industriale di AMIU.
Purtroppo, nessuna risorsa è stata prevista quest’anno per la realizzazione degli impianti che il piano industriale di febbraio ipotizzava di realizzare a Scarpino: l’impianto di trattamento meccanico biologico da 100.000 tonnellate/anno e il biodigestore da 60.000 tonnellate/anno.
I rifiuti continuano ad essere portati fuori regione negli impianti di IREN. E anche quando si riaprirà Scarpino i rifiuti dovranno comunque essere preventivamente trattati in impianti di IREN o di privati fuori Genova.
Una grande responsabilità della sinistra al governo della città è stata quella di non aver preso una decisione definitiva sulla chiusura del ciclo dei rifiuti, scommettendo tutto solo sulla discarica.
Ma dopo un anno di giunta Bucci, siamo esattamente ancora lì: si annuncia con enfasi la prossima riapertura della discarica di Scarpino senza avere idea di come chiudere il ciclo.
Chi costruisce gli impianti?Non si sa. Forse si farà un project financing, forse li costruirà direttamente Amiu, forse la società pubblico/privata Quattroerre S.p.A.
Amiu otterrà il prolungamento del contratto di servizio? Non si sa. Decide la Città Metropolitana: forse ci sarà una proroga, forse ci sarà un nuovo contratto di servizio, forse ci sarà una gara.
E’ possibile addirittura che il prolungamento del contratto di servizio riguardi solo lo spazzamento ma non la gestione dei rifiuti.
E allora la Giunta Bucci non avrà fatto come la sinistra. Avrà fatto peggio, perché ridurrà AMIU ad una piccola società pubblica di spazzamento, tagliata fuori dal business industriale della gestione dei rifiuti, che andrà ai privati con buona pace per chi in campagna elettorale ha creduto al “tutto pubblico”.
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