La crociata razzista non si ferma davanti a nulla, neppure davanti al buon senso di coinvolgere richiedenti asilo volontari insieme alle associazioni genovesi per fronteggiare l’emergenza caldo.
Di cosa si tratta? Una convenzione del Comune di Genova con pubbliche assistenze e organizzazioni di volontariato che prevede il coinvolgimento di richiedenti asilo per aiutare gli anziani genovesi nel periodo più caldo a uscire di casa, a fare la spesa, a compiere le normali incombenze quotidiane.
A nulla serve specificare che i richiedenti asilo lo farebbero a titolo gratuito, affiancati da volontari esperti.
Accecati dal mantra “prima gli italiani” i consiglieri leghisti partono all’attacco.
Lorella Fontana (capogruppo in Comune): "Dare una corsia preferenziale ai richiedenti asilo è un grave errore, un atto di razzismo al contrario nei confronti dei tanti giovani e meno giovani genovesi, disoccupati, che potrebbero essere impiegati nell’assistenza dei nostri anziani."
Francesca Corso (consigliera comunale): "Non lasciamo i nostri anziani in balia di presunti profughi. Se per integrazione intendono mettere a rischio anziani soli nelle città, la Lega non ci sta."
Franco Senarega (caporgruppo in Regione): "Un’imprudenza e un’ingiustizia continuare ad alimentare il business dei migranti"
Scende in campo anche la vicepresidente della Regione Sonia Viale, che bolla l’iniziativa come inopportuna e chiede un ripensamento alla Giunta comunale.
Qual è il problema? I profughi dopo aver portato miseria e malattie rischiano di portare via il volontariato ai nostri giovani? Forse non hanno le competenze per spingere carrozzine, aiutare a scendere le scale, portare al terzo piano due sacchetti?
No. Il problema è che sono neri. E se il Presidente Toti ieri si è smarcato dalla polemica leghista, la cosa può fare piacere. Solo che è troppo tardi.
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