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SE LA LOTTA ALLA MAFIA DIVIDE

Succede nella nostra città, nel Municipio Medio Levante (Foce, Albaro, San Martino), che la lotta alla criminalità organizzata possa essere considerata divisiva.

Elena Putti consigliera municipale del PD e presidente della prima commissione municipale, convoca una seduta per discutere di criminalità organizzata, a seguito delle indagini della direzione distrettuale antimafia che hanno portato alla chiusura delle creperie “Chicco” di Roberto Sechi.

Durante la commissione su richiesta dei consiglieri Enrico Frigerio (PD) e Edoardo Marangoni (Noi con Morgante) vengono ascoltati due volontari dell’Osservatorio Mafie in Liguria, un progetto di Libera Liguria che coinvolge giuristi e studenti di giurisprudenza per studiare i fenomeni di criminalità organizzata nel nostro territorio e per fare informazione, precisa e puntuale.

Il fatto che giovani studenti universitari dedichino parte del loro tempo a studiare fatti di cronaca e vicende processuali per divulgare lo stato di penetrazione delle mafie in Liguria dovrebbe essere un punto di merito.

Ma non nel Municipio Medio Levante, dove si può concedere la sala all’Associazione il Ramo d’Oro che diffonde i volumi di Goebbels, ma non si può parlare di antimafia.

E così due consiglieri municipali di Lega Nord e Fratelli d’Italia si presentano alla seduta di commissione, per sbeffeggiare i due invitati, privi – a loro dire – di competenze a parlare di un tema che sarebbe riservato alle forze dell’ordine. Interrompono la seduta, con i loro strepiti, e poi abbandonano l’aula, non prima di avere indirizzato tra gli insulti anche quello di essere “antifascisti”.

Non è un insulto. Ed è perfino vero. La lotta alla criminalità organizzata condivide con l’antifascismo l’amore per la libertà e per l’uguaglianza.

Entrambe dovrebbero essere patrimonio di tutti.
Ma non nel Municipio Medio Levante.

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