Ieri sera riguardavo gli appunti che mi ero preparato per il Consiglio Comunale su Scarpino del 14 agosto. E' passata una settimana ma sembrano del secolo scorso. Il crollo del Morandi ha spezzato vite innocenti, squarciato il cuore della città, e ha cambiato la fase politica.
Non riconoscerlo sarebbe un errore. Sarebbe un errore riprendere da dove eravamo rimasti senza mettere al centro la vera priorità: nei prossimi mesi il mondo darà un giudizio sulla competitività della nostra città. E Genova, pur con tutte le difficoltà, deve reagire al meglio.
Per questo, credo che le opposizioni, Partito Democratico compreso, dovrebbero sostenere lealmente il Sindaco e le istituzioni locali nel processo di gestione dell'emergenza e di ricostruzione.
Se oggi governassimo la città chiederemmo collaborazione alle minoranze. Il PD è all'opposizione ma può fare la sua parte: collaborare costruttivamente con le Istituzioni genovesi, dai Presidenti di Municipio al Sindaco.
Per ripartire Genova ha bisogno di unità. E l'unità si raggiunge più facilmente con la condivisione delle scelte strategiche. Giudico positivamente che il Sindaco giovedì dopo la Giunta incontri tutti i capigruppo, anche quelli di minoranza, per aggiornarli sull'emergenza.
Se questo metodo si farà sostanza, si può davvero costruire un'unità intorno a Genova.
Questo non vuol dire che condivida la visione politica del centrodestra. Tutt'altro. Le differenze restano molte: dai servizi pubblici, trasporti e rifiuti, al gioco d'azzardo, dai consultori, fino alle mense o alla grande distribuzione, al ruolo dei Municipi.
Oggi però la battaglia politica su quei contenuti non è la priorità. Tornerà ad esserlo quando Genova assomiglierà di nuovo a quella che abbiamo visto l'ultima volta il 13 di agosto scorso.
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